L’essere umano non è un’entità piazzata al mondo dalla fusione di due gameti se non si considerano pure le caratteristiche peculiari, memetiche. Quando i bambini nascono differiscono fra loro in funzioni come la sensibilità percettiva, l’immaginazione, l’empatia e, un po’ più in là con gli anni, la sensibilità morale e la creatività. Tre sono gli ingredienti “bomba” di ogni individuo sensibile: emozionalità, empatia e sensibilità morale. Con la prima si intende il grado di intensità con la quale i bambini sentono la vita. Ad esempio una corsa in un prato può generare un entusiasmo fino al rapimento dell’estasi… L’empatia l’abbiamo osservata in altre occasioni ma ripetiamo che è la qualità che consente l’identificazione con l’altro. In essa il bambino non deve pensare volontariamente a ciò che osserva, nel suo cervello si attivano all’istante i neuroni specchio che gli fanno provare nella mente e nel corpo le sensazioni provate dall’altro. La terza funzione è la sensibilità morale e fa sì che non solo si reagisca con turbamento e indignazione a eventi percepiti come ingiusti, ma offre altresì la possibilità di generalizzare quei giudizi a intere classi di eventi, dando luogo a complessi sistemi morali. Posta la grande plasticità del cervello umano, il mondo sociale può favorire corredi genetici dotati di aggressività e tendenza alla prevaricazione, modellando personalità insensibili ed egoiste; oppure può favorire la nascita di un mondo in cui domini la sensibilità empatica per l’altro essere umano e per la vita nel suo complesso.
Attualità
DAL GAMETE ALL’UOMO: UNA SCELTA FONDAMENTALE!
- di Pasquale Lazzaro
- 3 Marzo 2023
- 401 visualizzazioni
- 2 anni fa