15 Febbraio 2025
Attualità

QUASIMODO: IL POETA GUERRIERO

Fra le altre opere, il poeta Salvatore Quasimodo è famoso per aver tradotto i “Lirici Greci”. Il critico Pontormi nel suo giudizio su tale operazione sembra dire: meglio un poeta di tanti professori. Gilberto Finzi ha notato che nei 245 epigrammi che egli tradusse “il poeta […] preferisce quelle iscrizioni mortuarie che tracciano a rovescio, cioè dopo la sua conclusione, una insolita linea della vita”. Ancora una volta la morte perché Quasimodo fu poeta che visse il dramma della guerra con il suo carico di distruzione. A differenza di Ungaretti, di Monale Quasimodo – a contatto con la poesia greca – ha l’intento di intessere un dialogo che va (ri)fondato sugli stessi temi cantati dai greci. Insomma Quasimodo è il poeta dell’impegno civico e i temi cono connaturali alla humanitas, alla pietas. Lo stesso poeta dichiara:<< Il poeta è un uomo che si aggiunge agli altri uomini nel campo della cultura, ed è importante per il suo “contenuto” oltre che per la sua voce. Il poeta non “dice” ma riassume la propria anima e la propria conoscenza, e fa “esistere” questi suoi segreti, costringendoli dall’anonimato alla persona…>> Sempre considerando la poesia epica greca egli sostiene:<<La posizione del poeta non può essere passiva nella società: egli “modifica” il mondo. Le sue immagini forti, quelle create, battono sul cuore dell’uomo più della filosofia e della storia. La poesia si trasforma in etica, proprio per la sua resa di bellezza: la sua responsabilità è in diretto rapporto con la sua perfezione>>. D’altra parte, <<scrivere versi significa subire un giudizio… Ma un poeta è tale quando non rinuncia alla sua presenza in una data terra; in un tempo esatto, definito politicamente. E poesia è verità e libertà di quel tempo e non modulazioni astratte del sentimento>>.

error: