Il carnevale della vallata del Tuccio ha il sapore del rinnovamento, della ripresa della vita sociale dopo la pandemia, unite a quei valori di accoglienza e generosità tipici delle genti grecaniche. Non è un caso che ad aprire i lavori sia stato il comune di San Lorenzo, quello che accolse le truppe garibaldine in un momento di gravissima difficoltà prima di giungere a Melito di Porto Salvo. Oggi i bilanci parlano di grandi potenzialità per quest’area tarpate nello sviluppo dalla mancanza di infrastrutture e da una disgregazione del tessuto sociale dovuta alle esigenze del mercato che tutto divora; anche i buoni sentimenti e la cultura della convivialità. Già Corrado Alvaro vedeva nella guerra Mondiale un’occasione per le famiglie povere di mandare soldati i figli per permettergli di nutrirsi, di non morire di fame. Ecco, vale ancora oggi la considerazione per cui le guerre sono mosse dal denaro e le condizioni materiali dell’esistenza determinano il destino delle genti? A mio parere si, e lo si evince da due dati almeno. Il primo riguarda i sentimenti di affetto e accoglienza presenti nel cuore della nostra popolazione; il secondo l’enorme quantità di risorse destinate al Sud andate sprecate quando avrebbero potuto cambiare considerevolmente il tenore di vita di tutti noi. Quel “chi vuol essere lieto sia del doman non vi è certezza” mediceo, forse suona un po’ ipocrita dati i tanti problemi che attraversa il nostro tempo ma la festa è festa e divertirsi è d’obbligo.
A breve il video del servizio tg svolto a San Lorenzo, nella sezione apposita.