17 Gennaio 2025
Attualità Cultura ed eventi

SPESSO IL MALE DI VIVERE

L’inverno è la stagione che richiama simbolicamente alla solitudine, al dolore, alla morte. Se chiedete a un religioso qualsiasi “se c’è Dio da dove viene il male?”, questi non vi saprà dare risposta. Dunque cosa nella nostra mente ha prodotto il dolore, il “male di vivere”? La sofferenza nasce dal conflitto. Per un verso siamo portati a seguire la morale religiosa, che suggerisce scopi comunitari, l’obbedienza, e la rassegnazione; per altro quella liberale, che incita all’interesse individuale e al desiderio illimitato. Succede così che molte donne diventate madri in ossequio alla morale tradizionale avvertono il loro traguardo come una sconfitta perché premono su di esse modelli tesi alla carriera e al successo, a una orgogliosa indipendenza dall’uomo e dalla famiglia, quindi alla forza individuale. Attaccano quindi i legami con la risosta del Super – io, la censura che causa sensi di colpa, panico, depressione. Allo stesso modo molti uomini scoprono che essere stati ligi funzionari dell’ordine e aver vissuto – in perfetto stile Ottocento – in funzione della famiglia o scopi comunitari, li fa ora sentire falliti circa il diritto di godere la vita e di affermarsi come individui autonomi. Ragion per cui tradiscono, divorziano, frequentano locali. Il discorso può essere visto all’inverso. Donne che nella vita privata si sono rese inaccessibili, privilegiando la promiscuità sessuale o i rapporti conflittuali o la coppia edonistica, scivolano nella depressione per aver tradito la loro missione di genere: avere almeno un figlio. Su questo versante ci sono tanti uomini che hanno vissuto per la carriera o la fama si scontrano col limite posto dal ridursi delle prospettive, dal senso di solitudine, dall’indebolimento fisico e infine dalla morte. E anche loro scivolano nella depressione. Succede nella metà della vita di tutti noi. E come se ne esce? Lo analizzeremo nel prossimo articolo.

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