Il timido è un soggetto che nasconde dentro di sé opinioni e giudizi morali in forte contrasto rispetto alla società. In lui è presente un io personale tagliente e profondo e un io sociale che invita alla prudenza. Un pensiero opposto si cela, dunque, nelle ritrosie e nelle facili vulnerazioni sociali del timido. Qualcosa di opposto alle regole correnti, si muove nella mente del timido. Intuizione inquietante che, tuttavia, assunta nella sua funzione di sprone alla definizione di se stesso, offre al timido la possibilità di prendersi sul serio e di sviluppare la propria originalità e quindi le proprie qualità nascoste. Il sentimento di angoscia che colpisce il timido nei momenti di grave insicurezza suggerisce che il rischio da cui la timidezza lo difende è grave, che le sue nascoste qualità interiori sono oggetto di una valutazione prudente, al limite di una condanna. Qui ripropongo la strategia del rischio ponderato che ci permette di esporre le suddette qualità a partire da una sottile e attenta capacità riflessiva. Esse vanno decifrate, moderate, contestualizzate. Il rischio, dunque, va ponderato.
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LA DIFFICILE ARTE DELLA MEDIAZIONE
- di Pasquale Lazzaro
- 22 Giugno 2024
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