17 Gennaio 2025
Attualità Cultura ed eventi

L’ALTA SENSIBILITA’

Potrebbe venire il mal di pancia a qualcuno nel rilevare che la natura umana non è democratica e che l’alta sensibilità è un dato genetico. Oggi fa paura la genetica perché si tende a uniformare; invece come ci sono gli alti e i bassi, i biondi e i rossi etc…, vi sono pure le persone che nascono sensibili. La sensibilità è un carattere genetico differenziale. Se ne sono occupati due studiosi in particolare: Jung e l’americana Aron. Mentre Freud incentrava la personalità sul fattore sessuale, per Jung è la sensibilità che caratterizza le persone. I bambini sensibili posseggono delle doti quali: 1) capacità percettiva, sensoriale particolarmente acuta (come l’orecchio assoluto, percezione acuta dei dettagli); 2) empatia ovvero sentire le emozioni di un’altra persona e 3) elaborazione cioè una connessione ricca, più articolata rispetto alla media di dati provenienti dall’interno e dall’esterno (memorie, pensieri, simboli). Nel caso in cui il genitore non si accorga dei bisogni del bambino sensibile, si verifica la cosiddetta “mismection” che è una divaricazione fra bambino e genitore la quale se non viene colta da quest’ultimo può portare all’isolamento del giovane fino alla patologia. Le persone sensibili hanno bisogno di legami affidabili e solidali contro la dilagante invidia del mondo attuale in cui l’individualismo sostiene i più forti, i più abbienti e potenti in una sorta di guerra di tutti contro tutti. La conseguenza di tutto ciò è che è richiesta un’attenzione particolare ai disturbi e verso i bisogni. Bastano pochi legami ma affidabili.

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