Sotto queste feste natalizie, si registra una situazione internazionale catastrofica. Il mondo è sull’orlo del baratro. Più la situazione peggiora, più si delineano due tendenze reattive: da un lato c’è chi parla di rivoluzione gentile, dall’altro chi freneticamente consuma e distrugge prospettando la fine. Mi chiedo cosa significhi una rivoluzione gentile in una realtà in cui lo sfruttamento del lavoro, le guerre, i guasti nei settori nevralgici della vita, nulla hanno a che fare con la gentilezza. In pratica ci stanno ammazzando e noi rispondiamo con la rivoluzione gentile… Ma non vi sembra un controsenso? D’altro canto la reazione opposta di attendere la fine dimostra come gli schemi di comportamento acquisiti dagli uomini sono sempre stati disfunzionali rispetto alla vera natura dei viventi. Insomma, voglio intendere che un padre ingordo e violento non può che generare figli altrettanto mostruosi. Bisogna aumentare i livelli di coscienza delle masse, convogliare tutti quelli che sono sfruttati e oppressi in un grande progetto di trasformazione della realtà. Ma affinchè ciò avvenga è necessaria unità, capillare opera di diffusione della cultura del rispetto umano, dei diritti e della rivoluzione proletaria. Gli slogan (che guarda caso aumentano vertiginosamente nel periodo natalizio) sono un segnale senza concretezza se non accompagnati dall’azione. Come quando si parla di cultura e ci si lava le mani o quando si fa sostegno alla ricerca e poi si lascia demolire la sanità. Fra poco nei nostri cuori rinasce Cristo. Egli stesso disse “IO SONO VENUTO PER DIVIDERE E NON PER UNIRE”. Buone feste a tutti.
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LA SPADA CHE DIVIDE
- di Pasquale Lazzaro
- 15 Dicembre 2024
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- 1 mese fa