8 Ottobre 2024
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E SE TUTTO FINISSE CON IL TERREMOTO? IL NICHILISMO

Nell’epoca che stiamo vivendo torna una categoria filosofica che è prima ancora una tendenza presente in ogni fase storica e in ogni società: il nichilismo. Questo consiste nella possibilità di rovesciare o negare il valore di tutto. Tutto ciò che ha valore viene mutato di segno: “la vita è mortale”, “l’amore è sfruttamento”, “la verità è una menzogna”, “l’innocenza è una forma di ipocrisia”, “la società è un’anarchica somma di egoismi”, ecc… Il nichilismo è il tentativo disperato della coscienza storicista di reintrodurre il concetto di “fine” che dava, un tempo, a tutte le civiltà del passato la possibilità di distruggere il presente e di pensare a un futuro in cui il senso del mondo fosse rinnovato. Ci domandiamo perché oggi scompare l’intero apparato simbolico che un tempo dava luogo a iniziazioni, rigenerazioni, cosmogonie. Ebbene, mai come in questo periodo i genitori e i nonni amano i loro figli e nipoti. Li vedono troppo fragili per un mondo aspro e difficile e fanno di tutto per proteggerli. Arriviamo a un punto in cui l’amore “soffoca”, limita la libertà degli individui che si sentono nell’obbligo di essere riconoscenti e quindi felici. Per l’ennesima volta la dialettica fra i propri bisogni e quelli della società vede il prevalere un’esistenza prigioniera del dovere di essere felici. Dunque, solo la ricognizione della propria storia in forma di analisi delle cause che l’hanno generata, provocata dal dolore, è uno degli strumenti elettivi della trasformazione dell’io. La crisi, dice Jung, nasce dal fatto che all’io cosciente ordinario si affianca pian piano un secondo io, espressione del rifiuto del vecchio modo di essere. Il più delle volte siamo spinti dalla paura a rafforzare una coscienza parziale, adattata alle condizioni esterne, anziché trascenderla <<con l’opposizione dei contrari e costruire uno così uno stato di coscienza più ampio e più elevato>>. Questo significa possedere strumenti, questo deve essere il ruolo della cultura e non mero slogan o più volte, apparato dello stesso sistema che ci ingabbia.

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