Abbiamo parlato nell’articolo precedente di decentramento dell’io. E’ esattamente la direzione a cui conduce l’amore. V’è spesso nelle scritture una coincidenza tra amore e morte proprio in quanto al fatto che entrambe svuotano l’ego. Lo stesso giovane Hegel assimilava l’amore e la morte come superamenti dialettici necessari dell’immediatezza della vita individuale. La differenza in cosa consiste? Che mentre la morte porta lo svuotamento coincidente con la fine stessa del soggetto, l’amore spinge il soggetto verso un’esperienza di radicale destituzione di sé. Non c’è dunque, l’amore da una parte e la morte dall’altra <<perché forte come la Morte e l’Amore>> (Ct 8, 6). Significa che l’amore trova il suo senso solo nella destinazione mortale dell’umano. Nell’antico libro del Cantico il godimento in gioco riguarda un’eccedenza della gioia che non può essere filtrata nemmeno dalle maglie della legge. L’amore non è mai disincarnato, il desiderio non può essere confuso con l’altruismo morale; l’amore sigilla l’alleanza tra il nome e il corpo, tra l’umano e il divino. Amore come <<fuoco che divora>> o <<fiamma divina>>.
Attualità
Cultura ed eventi
AMORE E MORTE
- di Pasquale Lazzaro
- 12 Luglio 2023
- 355 visualizzazioni
- 2 anni fa