Ho più volte evidenziato come le stesse organizzazioni scolastiche del comune di Bova Marina si sono soffermate sull’importanza che la scuola debba riservare al rispetto dell’ambiente e delle sue risorse. Il discorso ha un respiro mondiale; non solo si è parlato altre volte di eco-psicologia ma già nel 1886 Karl Marx riservò attenzione all’ambiente. Cioè c’erano già nella seconda metà dell’Ottocento le consapevolezze che il capitalismo avrebbe minato le basi fondamentali della natura. Si legge nel primo volume del Capitale:” La produzione capitalistica disturba l’interazione metabolica tra uomo e terra […] non soltanto derubando il lavoratore, ma derubando pure il suolo…”. Il neoliberismo propone la seguente contraddizione ecologica: da un lato l’accumulazione di capitale dipende dalla natura sia come fonte di energia e materie prime, sia come serbatoio di scarico di scorie e rifiuti, dall’altro esso non riconosce i costi ecologici che ha generato, ritenendo erroneamente che i processi ambientali possano rigenerarsi all’infinito. Stiamo orami per cadere nel baratro. E l’unica via di uscita risiede in quella forza sociale rappresentata dai lavoratori e dagli sfruttati che devono ribellarsi all’esproprio di quel famoso “plusvalore” di cui parlava Marx. O il socialismo o la barbarie!