La strage degli Alberti di Pentidattilo racconta della crudeltà a cui può giungere l’uomo spinto dall’odio e dal desiderio di vendetta. Più in profondità, oltre il racconto storico-narrativo, vige quella sofferenza su una terra per secoli martoriata dalla dominazione Spagnola e dalle aristocrazie in forma più ampia. Tuttavia qualcosa sopravvive al male, alla mano omicida e questo qualcosa è la sensibilità femminile, che, messa alle strette dimostra tutto il suo potere trasformativo e rigenerativo della società. Antonia Alberti infatti non andrà in sposa a nessuno dei due contendenti perché si ritirerà in convento, spezzando la catena del servilismo che lega la donna all’uomo. Non muore invece il circuito dell’empatia perché quel suo gesto avrà la ripercussione sul futuro delle scelte femminili tutelando il sentimento della tenerezza; il vero amore inteso come dedizione, ammirazione e reciprocità. Un ultimo dato ci deve far riflettere sulla condizione della donna oggi. Questa condizione non trova i suoi deficit in una Calabria balorda e violenta ma si genera a partire da un passato millenario e geograficamente universale. Certo, la nostra terra è stata violentata un po’ più della media nazionale ma il problema non è nell’identificazione di cittadini bruti e violenti ma in quei sistemi culturali che li hanno resi tali in tutto il pianeta.
Jonica
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LA CALABRIA CHE CHIEDE GIUSTIZIA
- di Pasquale Lazzaro
- 25 Marzo 2023
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- 2 anni fa