Non si fa che parlare sempre più spesso di processi di sburocratizzazione del sistema legislativo, scolastico ed economico. Max Weber nei suoi scritti parlava dello stato come una gabbia d’acciaio proprio per il forte contenimento della legge riguardo la vita degli associati. Dunque viene da domandarsi fino a che punto l’insieme di leggi sia utile per la vita dei cittadini e quanto può portare dei benefici uno snellimento delle procedure burocratiche. Di recente il ministro Valditara è stato chiaro sul piano di semplificazione annunciato alla fine di aprile. Un percorso che si snoda in venti punti essenziali e che ha come fulcro delle procedure l’uso dell’intelligenza artificiale. A ciò si aggiunge un piano per l’educazione alimentare dei giovani. Si vuole rendere la vita più facile ai docenti permettendo loro di compilare meno documentazione e piuttosto, fare uso dell’intelligenza artificiale per preparare le pratiche. Anche per quanto riguarda lo scambio di informazioni tra le scuole che dovrà avvenire in via telematica. Oggi, a mio parere, questo affidamento alla tecnologia penalizza le doti dei lavoratori che si vedono sempre più sminuiti di responsabilità e valore umano. L’informatica infatti è sempre il frutto della mente degli uomini e deve pertanto mantenere un ruolo di subalternità. I vantaggi sono almeno due: la dignità del lavoratore e la paga soddisfacente che verrebbe decurtata visto il ruolo delle macchine. Si può fare tutto con l’intelligenza artificiale tranne che costruire gli uomini. Quello resta un discorso di morale, di alte vedute e di esperienza di vita che nessuna intelligenza prodotta può sostituire. La sciamo le macchine meglio per “sbur(r)ocratizzare” e gli uomini condurre il gioco; ma seriamente.
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SBUR(R)OCRATIZZARE ALL’I.A.
- di Pasquale Lazzaro
- 11 Aprile 2025
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