Con il discorso che Pico fa Pronunciare a Dio anticipa la visione che l’Illuminismo avrebbe espresso tre secoli dopo e per formulare il caos della libertà fa proferire a Dio Padre una cosa impossibile: <<Non ti ho fatto né mortale né immortale>>. O si è mortali o si è immortali, tertium non datur, dice la logica, non si dà una terza possibilità. Ma qui entra in gioco una logica diversa, quella della dinamica, del lavoro, della trasformazione; una specie di alchimia, di nuova disposizione degli elementi, che può far sì che un essere terrestre non sia più tale e che un essere mortale diventi immortale. E’ possibile, davvero? Secondo Pico, rappresentante della tradizione spirituale che unisce platonismo e cristianesimo nel segno dell’umanesimo, è possibile. Siamo un essere antinomico, una luce oscura, una curva dritta; siamo caos, spazio vuoto. Possiamo partorire qualunque cosa: anche noi stessi. E rinascere di nuovo: palingenesi. Qui e ora. Tutto dipende dall’educazione dell’ambiguità originaria che ci costituisce. Tutto dipende dal coraggio o azione del cuore con cui affrontiamo il compito di conoscere, ripulire e trasformare noi stessi. Il limite del nostro tempo è che non abbiamo idea di tutto ciò. L’educazione spirituale, persino in ambito ecclesiale, è dimenticata. Neppure abbiamo più interesse a una sistematica azione educativa, visto che le nostre scuole sono quasi esclusivamente luoghi di istruzione e non più, salvo eccezioni, di educazione. TRA ISTRUIRE E EDUCARE C’E’ DIFFERENZA CHE ESAMINEREMO NEL PROSSIMO ARTICOLO
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IL DISCORSO DI DIO
- di Pasquale Lazzaro
- 22 Luglio 2023
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- 1 anno fa