14 Ottobre 2024
Attualità Cultura ed eventi

APPELLO AI “PUGNANTI”

Scrive Laing a proposito della masturbazione: “Le persone di tutte le culture sono governate nelle loro azioni da una rete intricata di ingiunzioni circa il corpo e il sesso di coloro con cui il loro corpo deve entrare in contatto… Nella nostra cultura il desiderio di avere un reale rapporto sessuale nell’adolescenza non è sentito tanto quanto il desiderio di avere un rapporto sessuale immaginario, ma con una reale eccitazione corporea, seguita da orgasmo e rilassamento (1961, p. 55-57). Laing non si allinea alla vulgata (avviata da Reich e proseguita da Marcuse) per la quale nel mondo Occidentale la sessualità sarebbe “repressa”. Più vicino alla posizione di Michel Foucault, egli dice che in ogni cultura la vita sessuale è amministrata da regole di comportamento; e nella nostra cultura (cosa alquanto particolare) la masturbazione suscita in età giovanile un fascino maggiore dello stesso rapporto sessuale reale. Per molti aspetti la società occidentale favorisce negli adolescenti la pratica sessuale solitaria. Dunque perché scoraggiarla? Per due motivi: il primo è di ordine religioso per cui essa è un peccato contro dio, il quale chiede all’uomo che egli adoperi il corpo per scopi “altruistici”, non “egoistici”. Il secondo motivo è etico filosofico: cioè la nostra società non ha ancora deciso quale intensità debba raggiungere il rapporto che l’individuo ha con sé stesso; non sa come valutare la solitudine. Le morali filosofiche greco-romane –come ci hanno insegnato maestri di etica come Foucault e Pierre Hadot- presupponevano, almeno per le classi colte, complesse serie di esercizi intese a regolare il rapporto con se stessi. Questi esercizi davano luogo alla cosiddetta etopoiesi (dal greco ethos, comportamento e poienin, creare): la creazione di regole di condotta personali. La fantasia erotica e la pratica della masturbazione è uno di quei comportamenti che la morale moderna non regolarizza, lasciandolo per così dire all’esplorazione temeraria dei singoli. Conseguenza di questo silenzio? Vergona e senso di colpa. Insomma, puoi anche stare da solo, ma non puoi mai sottrarti all’obbligo morale di essere trasparente (ciò che hai dentro di te deve essere visibile e condiviso) e adeguato alla realtà (puoi sviluppare attitudini, affetti, pensieri, idee solo nella misura in cui questi si dimostrino da subito pratici, socievoli, integrabili).

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