Voglio ricordare la figura di Salvino Nucera come quella di una divinità dei boschi dell’area Grecanica. Figlio di questa terra, l’ha amata veramente e ne ha diffuso gli usi, i costumi, le storie millenarie con quel suo modo di essere umile e generoso. Come non ricordare l’incontro con Vito Teti negli anni novanta al bilancio di quella sua Roghudi abbandonata e devastata da una natura impietosa. Più recentemente la piacevole conversazione svolta a Bova per il programma Rai “Linea Verde”. Persino a uno sconosciuto giornalista come me, concesse un’intervista qualche anno fa per conto del telegiornale di ReggioTv. Ho voluto citare Salvino Nucera nei termini di una divinità perché aveva il raro dono dell’umiltà. Ma quest’ultima era accompagnata dall’umanitas e dalla pietas. Nei suoi occhi brillava l’amore per la conoscenza e si accendeva la scintilla della filantropia quando lo incontravi e ti relazionavi con lui. Adesso si può veramente affermare che la grecanicità è morta o quasi con la dipartita di Salvino Nucera. Salvino Nucera era la prova antropologica e filosofica che “il male non è altro che bene torturato della sua stessa fame e sete”. Nel senso che questa terra non è fatta di ‘ndranghetisti e criminali ma di un preciso ambiente, con cause efferate che hanno reso dura la vita e quindi il cuore delle sue genti. Salvino Nucera lo sapeva benissimo e fu mosso da compassione. Ora dio riposa, ma non è tra i morti che lo troverete, solamente fra i vivi che amano e non smettono di sperare.
Cultura ed eventi
Jonica
ORA DIO RIPOSA (SALVINO NUCERA)
- di Pasquale Lazzaro
- 12 Luglio 2025
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- 5 ore fa
