L’ambiente non comprende solo lo spazio esterno alle nostre vite ma si inserisce perfettamente come psiche, riguarda le nostre menti influenzate dalla situazione catastrofica in cui madre terra versa. La sovrappopolazione umana, con la conseguente sovrappopolazione degli allevamenti di animali commestibili, la deforestazione per fini agricoli e la diffusione mondiale dello stile di vita capitalistico, col suo smodato consumo di energia, hanno alterato il clima del pianeta in proporzioni irreversibili. La temperatura sale, le calotte polari si sciolgono, gli oceani crescono e diventano sterili, il pianeta si desertifica. In aggiunta a ciò dal gennaio 2020 si è diffusa la pandemia da Coronavirus che ha messo in luce la vulnerabilità dei popoli, dei governi e dell’intera specie umana. Questo paesaggio mortalmente ferito induce da un lato depressione, dall’altro una frenesia maniacale da “ultimo pasto del condannato a morte”, che spinge ad assumere caratteri ancor più egocentrici e narcisistici.
