Durante l’esibizione teatrale del 29 luglio 2023, nel corso dello spettacolo “Corpi in movimento”, ho espresso una poesia dedicata a mia madre. L’ispirazione è stata tratta dall’insuperabile componimento che Giuseppe Ungaretti dedicò alla propria; dal titolo “La madre”. Propongo di seguito entrambe le creazioni, la prima di un professionista, la seconda, di un semplice appassionato del linguaggio.
GIUSEPPE UNGARETTI – LA MADRE
E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
PASQUALE LAZZARO – ALLA MADRE
Com’è passato il tempo frantumando i ricordi e le parole che avrei voluto dirti. I tuoi capelli rossicci ti coprono appena la fronte; lasciando più in basso quel sorriso malinconico e delicato come la pelle morbida che io accarezzo sempre, prima del sonno, quasi oppiaceo, verso il mondo dei morti.
Ma ecco che arriva l’alba la cui luce mi acceca. So che sei là tra le braccia del sole. Corro verso te ma non riesco ad afferrarti. La mano, ti prego, dammi la mano, ne ho bisogno; questo mondo mi nega l’amore con il quale mi coccolavi… Perché perché l’hai fatto? Perché mi hai lasciato tra questo sangue che soffoca la parola che ancora, nello scorrere dei giorni, in un sussulto del cuore; a te rivolgo.
Ora che le luci si spengono
Che lo spettacolo è finito
E ne sogno
Nella potenza della parola
Ti sentirò
Per sempre.