Il fuoco etereo dell’amicizia è più vivo che mai ora che tu lotti fra la vita e la morte. Le tue telefonate allietavano i miei giorni con il racconto di un vissuto maturo e donante tanta esperienza per continuare a lottare e costruire. E’ spiazzante l’evolversi casuale degli eventi per noi esseri umani abituati all’uniformità, alla ricerca di stabilità e di un principio unico che guidi il divenire. Ma quelle chiamate erano un filo conduttore di speranza e ottimismo per te, rimasto privo dei tuoi cari, e per me, ricercante una collocazione lavorativa e affettiva in un mondo sempre più arido di sentimenti. La politica ci tiene uniti con quella visione ideale di miglioramento delle condizioni dei popoli, il senso di fraternità. In fondo il comunismo è un messaggio di amicizia e fratellanza fra le genti. La sensibilità ci accomuna arma a doppio taglio poiché per un verso è spendersi per l’altro; in seconda istanza è sacrificio di se stessi e quindi sofferenza. Le analisi storiche, sociali, la passione per la lettura adesso giacciono silenziose in una sala di rianimazione di una tenebrosa notte di ospedale. I più ritengono che quando si è lontani non ci si può godere a vicenda ma, al contrario, più il tempo aumenta la distanza, più forte la memoria rimbalza nelle mie tempie. E il dialogo con te e con i cari, in generale, che non si trovano qui, si fa più vivo e denso di particolari. E’ la forza dell’esistenza che chiama altra esistenza, in forme non visibili ai molti. L’ora del dolore è giunta. Che fare, dunque caro amico? A questo punto il sangue si ferma e il pensiero vagheggia. Resta solo la parola che protesta, chiama, grida fino a raggiungere gli spazi interstellari. Tutti i compagni ti aspettano presto: gigante buono e saggio.
Attualità
Lettera a un amico malato
- di Pasquale Lazzaro
- 8 Gennaio 2023
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- 2 anni fa