Nella attuale fase storica il padre merita uno sguardo nuovo e attento non solo perché, insieme alla madre, è responsabile della crescita dei figli; ma proprio per il ruolo mitico che gli è stato attribuito come custode, difensore del focolare domestico e “signore” della guerra. La natura non dispone le cose casualmente: i maschi date le loro caratteristiche fisiche sono portati maggiormente all’uso della forza. Da materialista storico ancora una volta mi trovo a partire dalle condizioni materiali dell’esistenza per spiegare la struttura della società. Non siamo tutti uguali, la natura umana non è democratica e gli individui più sensibili e creativi soffrono il peso di dinamiche per cui bisogna difendere i propri interessi con l’uso della forza e della violenza. Già, ma perché la difesa di interessi? Cosa è subentrato nella storia dell’uomo a far sì che si passasse dalla pacifica convivenza alla guerra? La nascita dell’agricoltura e della proprietà privata hanno rotto quel canto melodico d’amore che si era stabilito tra madri e figli a vantaggio di una società di guerrieri. A venire penalizzati furono vecchi, bambini e donne. Oggi, seppure in contesti e con modi diversi, la sostanza è sempre la stessa. <<E tu, ben pensante, che soluzioni hai da proporre?>>. Quelle più antiche e moderne al tempo stesso: gli affetti, la rete, la solidarietà fra pari, relazioni sincere, leali e autentiche!
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NEL NOME DEL PADRE
- di Pasquale Lazzaro
- 19 Marzo 2024
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- 7 mesi fa