15 Febbraio 2025
Attualità Cultura ed eventi

UNA VECCHIA POESIA D’AMORE

Vorrei salutare il giorno di San Valentino ricordando che tra gli estremi dell’amore, ovvero tra la mitizzazione di esso e il suo annullamento, si pone la pietas. Il sentimento della misura, il riconoscimento dei propri limiti. Saper ben-vivere, tanto in coppia quanto in società, necessita, allora, di una buona gestione della violenza scatenata dalla delusione e la consapevolezza che l’amore –al pari della vita sociale- poggia su un patto di rispetto dei limiti, personali e sociali. Conoscere i propri limiti è allora il riflesso speculare della compassionevole conoscenza dei limiti altrui. Ritrovo una vecchia poesia d’amore che dedicai a una ragazza per la quale userò un nome inventato dato il rispetto della privacy: Dorine.

                                                                    A DORINE

ACCANTO AL MIO CUORE

SEDEVA UN ANGELO BIANCO

LA STRADA SEPARAVANO SULLA SCIA

D’UN SOGNO

GOCCE DI PIANTO

FUGGIR LONTANO DA LEI

ORA CREDEVO FOSSE MIA

ORA IL TEMPO D’UN SORRISO

SI PERDEVA FRA LA SUA CHIOMA

LETTO DI PACE

COLORE DEL MISTERO

DI TUTTO INIZIO

E AMMANTO D’AMORE

ANCHE UNA ROSA

PUO’ TAGLIARE LE VENE

REGALA PETALI ALLA VITA

MORTE A CHI LA AMA

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