In un contesto basato sulla violenza e la guerra, anche la poesia, se non va al cuore della verità; rischia di apparire ipocrita. Si parla tanto di patriarcato, violenza sulle donne con intenti di mascheramento della realtà in un mondo in cui anche l’arte, a volte, vuole cambiare le carte in tavola. Ho riflettuto sulla condizione femminile del meridione, in special modo della mia terra, immedesimandomi nella condizione di una donna immaginaria che vive sotto l’egida di un padre padrone. Ho scritto quindi una poesia che fa incontrare la natura matrigna leopardiana con il senso di dolore provato dalla donna. Alla fine il mondo naturale e quello spirituale si incontrano sublimandosi nel perdono per i mali che il padre padrone ha causato. Altro che festa del papà: questa è la morte lacaniana del padre.
PADRE PADRONE
PADRE PADRONE
DEL TEMPO VISSUTO
HAI LASCIATO SOLO
LA NEBBIA INVISIBILE
DELLA VITA
DISPERSA
TRA RICORDI DI MORTE
E FIABE ILLUSORIE
BATTONO I TUOI PASSI ANCORA
SUL VENTRE MISERICORDIOSO
DELLA MADRE
CHE SOLITARIO TI NUTRE
OGGI FRESCA DEI DONI AVUTI
ATTO D’MORE CONSUMATOSI
FRA LE LACRIME DI UN SOGNO
E LA NUDA TERRA
SU CUI HAI SMARRITO
PER SEMPRE
CHI SORREGGE LE TUE PENE
E D’AMORE
TI PERDONA.