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TRA VITA E MORTE NEL LUGLIO DI GUERRE

Il caldo e la sofferenza ad esso associata, rimandano a quel mondo popolato dai nostri morti. Nella dimensione in cui esiste chi non è più sulla terra, c’è un continuo scambio di sensazioni, emozioni; attraverso i ricordi. Svolgendo la mia solita routine mi ritrovo in momenti di isolamento e quiete in cui ritrovo il dialogo con i morti. Lo stesso Cartesio sosteneva che intrattenersi con i personaggi del passato è come viaggiare, ed io cerco sempre le parole giuste da riferire a mia madre. Cosa posso dirle oggi? Certamente il mondo sta andando a rotoli ma vorrei difendere quella piccola isola Kantiana nell’oceano dell’irrazionalità, rappresentata dalla ragione. Mi sento quasi un profugo, un non appartenente alla nazione Italia per come la politica sta amministrando la mia terra. Vorrei dare un senso allo sfacelo attuale, tendere una mano ad un amico sincero ma mi ritrovo sempre a fare i conti con me stesso circondato da una realtà che non sento come mia, che mi ha ferito a morte e deluso nei miei bisogni più profondi. Pensatela voi lettori una poesia per il dolore, io ne ho scritte tante. Date voi un bacio al vento perché l’estate sia più fresca. Cercate voi un abbraccio vero per raffreddare l’anima. Cambiate voi i significati del vivere per costruire mondi alternativi. Io ho lottato già molto e la mia pace è vicina. <<La ragione è un’isola piccolissima nell’oceano dell’irrazionalità>>.

IL FIGLIO DEL DOLORE Adriano Celentano e Nada
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