La processione delle Persefoni di Bova dimostra che gli dei esistono e sono in mezzo a noi. Anzi per par condicio e onore di tradizione, si tratta delle Dee, figure mitologiche femminili realizzate pazientemente dai cittadini bovesi. Il rito è un vero e proprio patrimonio culturale dell’umanità, seguito da reporter provenienti da ogni parte del mondo. Intercalando l’usanza in una dimensione più realistica e volendola spiegare psicologicamente; potremmo dire che le generazioni di uomini e donne nel loro agire sono influenzati dalle voci degli antenati, le voci dei padri. Per il padre della psicanalisi Freud, si tratterebbe del super-io interiorizzato nei millenni in cui l’umanità ha iniziato a esprimersi attraverso i simboli. Ma, tornando a quelle voci, esse rappresentano il nostro passato e modellano il futuro. Per determinare quale Calabria? Sicuramente una popolazione ricca di talenti e tradizioni ma ancora imbrigliata – forse per gli stessi costumi – in una visione limitante rispetto alla nascita dell’uomo “nuovo”. Serve lavoro per i giovani, serenità per gli anziani, solidarietà per chi prende piccole ma importanti iniziative, unione non solo come slogan ma concreta, al momento del bisogno. Allora bisogna guardare alla festa sì, ma al tempo stesso costruire una società diversa. Come ci ricorda un proverbio ebraico: <<Passa con l’aratro sulle ossa dei morti>>.