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IL RICATTO DI OCCHIUTO

Un fulmine a ciel sereno.

Il Presidente Occhiuto si dimette e intende fissare un tempo brevissimo per le elezioni regionali calabresi.

Entro la prima metà di ottobre i calabresi andranno a votare.

C’è più di un motivo che ha spinto Occhiuto a compiere questa mossa che è un rilancio azzardato.

In primo luogo questa mossa è la risposta alla decisione della procura di Catanzaro di aprire un’inchiesta a carico dello stesso Occhiuto accusato di corruzione.

C’è poi un altro aspetto, non secondario: le dimissioni di Occhiuto sono anche la risposta alla decisione governativa di tagliare massicciamente i finanziamenti per la Calabria compresi quelli in origine destinati per l’alta velocità nella tratta ferroviaria Napoli-Reggio Calabria.

E’ una scelta dettata dalla volontà di sostenere l’imprenditoria italiana nella guerra dei dazi scatenata dagli Stati Uniti d’America anche con tagli al fondo di solidarietà territoriale.

Una scelta che colpisce pesantemente il già disastrato Meridione d’Italia.

In certo qual modo le dimissioni di Occhiuto sono un sotto prodotto del terrorismo economico di Donald Trump.

Occhiuto poi si dimette operando una pesante rottura con i vertici del suo stesso partito, Forza Italia, nel tentativo di costruirsi un ruolo di Bonaparte calabrese.

Tutta questa vicenda evidenzia più elementi sui quali riflettere.

In primo luogo i caratteri fortemente anti democratici del sistema politico italiano basato sul presidenzialismo e il decisionismo di chi governa.

In secondo luogo si deve notare l’ipocrisia della banda Meloni che mentre taglia i fondi di solidarietà territoriale vara una riforma costituzionale che dilata i poteri di Roma Capitale a tutto vantaggio dei potentati affaristici che hanno già da tempo messo le mani sulla stessa Roma.

In terzo luogo si deve notare come tutta questa vicenda si svolge in uno scenario caratterizzato da una profonda crisi sociale in cui le masse subalterne sono in ginocchio e non esprimono una risposta adeguata all’intransigenza del fronte padronale.

Ciò spiega il montare dell’astensionismo elettorale che molto probabilmente si registrerà nelle prossime elezioni regionali calabresi.

In questo contesto il PD e 5Stelle sono in una situazione di grave crisi politica caratterizzata da pesanti lacerazioni interne e dalla incapacità di costruire un rapporto forte con la società calabrese e i suoi settori subalterni.

Il PCL segue attentamente gli sviluppi di questa situazione.

Una gabbia costituita da leggi elettorali fortemente anti democratiche ostacola la strada di una presentazione autonoma alle elezioni.

In questa fase dunque il PCL svilupperà un’azione di propaganda nel tentativo di guardare oltre le elezioni per costruire un raggruppamento classista dei militanti e delle militanti calabresi.

Le elezioni passano la lotta di classe resta.

Il PCL vuole proporsi come strumento politico indispensabile per lo sviluppo, anche in Calabria, di un progetto di rottura rivoluzionaria dell’ordine costituito.

Reggio Calabria, 01-08-2025                                                                                                  Pino Siclari

                                                                                                                            Per il Partito Comunista dei Lavoratori

                                                                                                                                                       Calabria

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